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  • 10/05/2019 THe Bloody Beetroots @Lanificio159

The Bloody Beetroots

Demolire per ricostruire. La forza prorompente di The Bloody Beetroots unisce sonorità elettroniche alle radici distruttive del punk.

Un applauso allegro, un pugno alzato, gli occhi che ruotano in su: non importa da dove arrivi, riusciresti a codificare questi segnali anche senza un vocabolario. Non sempre servono parole per comunicare, ma di certo possono fare una gran differenza.

“Non ero abbastanza maturo per capire quanto possono pesare le parole” afferma Sir Bob Cornelius Rifo, la mente di The Bloody Beetroots. Ora, mentre la sua musica evolve verso uno stato più elevato, il linguaggio – in tutta la sua gravità e fluidità – gioca una ruolo enorme nel terzo album “The Great Electronic Swindle”, uscito per Last Gang Records.

Di certo le barriere linguistiche non hanno impedito all’italiano Rifo di avvicinarsi al pubblico mondiale fin dal momento in cui ha svelato The Bloody Beetroots nel 2006. Ispirato dal suo amore per fumetti e punk rock, il segno distintivo del suo marchio sonoro è comparso prima in programmi TV e video giochi, e poi ha rimpolpato dozzine di remix tra cui Chemical Brothers, Depeche Mode, The Refused, Peaches and Britney Spears.

La discografia di The Bloody Beetroots e Sir Bob Cornelius Rifo somma una stringa di EP di successo e 2 LP (“Roborama” del 2009 “Hide” del 2013), collaborazioni con Sir Paul McCartney, Tommy Lee, Steve Aoki, Peter Frampton e molti altri. Club, teatri e festival di tutto il mondo si sono scatenati con le diverse incarnazioni di The Bloody Beetroots nei suoi live esplosivi. Dal Coachella al Lollapalooza a Governor’s Ball e Big Day Out, The Bloody Beetroots ha fatto divertire milioni di persone in sei diversi continenti.

Rifo non punta solo all’intrattenimento: cerca di attrarre e sfidare il pubblico sul piano emotivo e intellettuale. Suoi cambiamenti personali di vita e del mondo in generale lo hanno ispirato a parlare con sempre maggiore schiettezza, e ad ascoltare attivamente le parole e le idee altrui. Questo gli ha permesso di lavorare da vicino con tantissimi artisti per la realizzazione dei suoi album.

“Mi sento emotivamente molto più coinvolto con le parole”, dice a proposito del nuovo materiale, e cita le birre, l’amicizia e le conversazioni di cuore con Jay Buchanan, il front man dei Rival Sons, mentre dava forma a “Nothing But Love” come caso esemplare. Qualche volta si sente dire “la musica mi ha salvato la vita”, ma io dico “Jay ha salvato la mia vita”. “Ha provato a tradurre in parole tutta la mia sofferenza e con calma e pazienza ha individuate per un grande percorso di recupero. Senza di lui, questa canzone non ci sarebbe e io probabilmente non sarei qui a parlarne”.

Perry Farrell–frontman della leggenda Jane’s Addiction e ideatore del Lollapalooza— si è unito a “Pirates, Punks & Politics”. “Ho conosciuto Perry 4 anni fa e ci ricordo mentre creavamo un legame unico. Siamo rimasti in contatto e abbiamo passato alcune notti a parlare di politica e di come salvare il mondo”; racconta Rifo sul suo pezzo più politico. “Calcoli non programmati e qualcosa di inaspettato che ci ha aiutato a costruire una potentissima canzone che speriamo arrivi alla Casa Bianca”.

Le basi melodiche e armoniche classiche che Rifo ha imparato da piccolo giocano un ruolo sempre maggiore nel nuovo materiale di The Bloody Beetroors. “Volevo conservare lo spirito e mantenere l’energia della musica elettronica, ma radicandola in analogico per tirare fuori qualcosa di originale”; spiega. “Così, ho iniziato a scratchare e ricominciato a suonare la chitarra”.

La cantante svedese Greta Svabo Bech, meglio nota per la sua collaborazione “Raise Your Weapon” ha accompagnato The Bloody Beetroots nei due album “Invisible” e “The Great Run”. “Greta è la principessa Bianca delle isole Faroe”. Ho avuto l’onore e il piacere di visitarle e di condividere parole e armonie, con cui abbiamo scritto una storia d’amore. Sia “Invisible” che “The Great Run” sono collegate. Un romanzo in due capitoli, registrato durante una nevicata sulle isole Faroe”. E’ la storia di una ragazza che scappa da una relazione per dare il via al suo percorso individuale. E’ la bellissima cronaca che appoggia una dolce malinconia a una parete di cemento armato”.

The Bloody Beetroots ha cercato cantanti con una voce simile a quella che sentiva nella sua testa e che incorporassero le sue idee nelle nuove tracce. “My Name is Thunder” è stato pubblicato come doppio singolo tra Rifo e il rocker australiano JET, ognuno poi ha prodotto la propria versione. “Sapevo che questa canzone necessitava di un certo tono rock… un tono come quello di Nic Cester dei Jet. Così abbiamo pensato che il vero Nic Cester fosse meglio di qualcuno simile a lui! Pensando che abitasse in Australia, era destino che invece vivesse in Italia, a un paio d’ore da me. L’ho trovato, abbiamo lavorato, mangiato e creato insieme qualcosa di davvero potente. A quel punto il gruppo di Jet si era fissato per tornare insieme, e quando Nic l’ha condiviso con i suoi compagni, l’idea che ne è uscita è stata quella di coinvolgere tutta la band. A causa delle nostre diverse influenze, avevamo opinioni opposte su come mixare, per cui ne sono uscite con due versioni. E’ il meglio di ognuno dei nostri mondi!”

“All Black Everything” è una delle canzoni più potenti dell’album – la combinazione perfetta tra due stati di rabbia: U.K. hardcore punks Gallows e TBB. Ne sono usciti i pezzi “Kill or Be Killed” con i Prayers, “Irreversible” con Anders Friden degli In Flames e “Enter The Void” con Eric Nally dei Foxy Shazam.

Questo processo creativo richiede più lavoro e concentrazione, ma è il modus operandi che meglio si adatta a Rifo. “Hai bisogno di prendere tutto il tempo che serve per creare qualcosa di consistente. In un’era dove l’accumulazione a raffica di like e retweet conia le nuove e momentenee icone della cultura pop, Rifo lotta per creare una vera controcultura, investendo ore, idee ed energia per forgiare un’arte che si strofina contropelo”.

A questo scopo, continua a lavorare con Tanino Liberatore, il leggendario autore comico italiano e illustratore della copertina di “The Great Electronic Swindle”. Precoce e durevole ispirazione per Rifo, Liberatore è il padre di RanXerox, uno dei più iconici anti-eroi apparsi nelle pagine di “Heavy Metal”. I collezionisti di dischi potranno riconoscere il lavoro di Liberatore dalle copertine di “The Man From Utopia” di Frank Zappa, e le sue immagini impressionanti, esposte in precedenza sulle custodie di “Romborama” e “Hide”, rimangono l’elemento integrale dell’immagine visiva di Rifo.

Voglio aprire una piccolo finestra sul significato di libertà, e cosa l’arte e la musica dovrebbero essere in una società”, conclude Rifo. Mentre celebra il decimo anniversario come Bloody Beetroots con un nuovo vigore e la sua migliore musica, è veloce nel ribadire che questo è solo l’ultimo capitolo di una storia ancora da svelare. “Finché sto in piedi, devo continuare a evolvere.”