
GIGS @lanificio159
- 15/02/2018 w/ L2 TUTTIIGIOVEDIUNCONCERTOALLANIFICIO
Andrea Poggio
“Controluce” è un racconto in nove episodi dove la città verticale e chiassosa di “Miraggi Metropolitani” lascia improvviso spazio ai profumi selvatici di “Mediterraneo”, dove le visioni oniriche e i rapidi saliscendi di “Addormentarsi” si dissolvono nella quiete e nel ricordo di “Vento d’Africa”.
“Controluce” è una raccolta di nove canzoni che spaziano dal pop elettronico (“Miraggi Metropolitani”) alla tradizione italiana (“Vento d’Africa”), dall’art rock (“Addormentarsi”), all’avanguardia ed alla musica sperimentale (“I Turisti”), come se si tracciasse una linea ideale tra i Talking Heads e Paolo Conte, passando per i Matia Bazar di “Tango” e la Kate Bush di inizio anni ottanta.
Scritto nell’arco di tre anni, “Controluce” viene registrato nella seconda metà del 2016 tra Milano e New York da Eli Crews, produttore statunitense che – oltre ad aver lavorato con Yoko Ono, Why? e Deerhoof – è il principale artefice del suono di “Whokill” e “Nikki Nack” di tUnE-yArDs.
Alle registrazioni hanno partecipato Enrico Gabrielli (Calibro 35 e PJ Harvey), il percussionista Sebastiano De Gennaro (Baustelle e Daniele Silvestri), Yoko Morimyo (violinista nell’ensemble di musica contemporanea Trio Edison) ed Adele Nigro (Any Other).
“Controluce” viene masterizzato nel gennaio del 2017 da Greg Calbi, vero e proprio nume tutelare del mastering engineering (noto per aver lavorato, tra gli altri, con John Lennon, Bob Dylan e David Bowie).
Andrea Poggio nasce ad Alessandria nel 1982, è avvocato e vive a Milano.
Nel 2006 fonda i Green Like July, gruppo con il quale incide tre dischi – “May This Winter Freeze My Heart” (Candy Apple Records, 2005), “Four-Legged Fortune” (Ghost Records, 2011) e “Build a Fire” (La Tempesta, 2013) – tutti molto ben accolti da pubblico e stampa specializzata. “
“Controluce” è il suo primo album solista ed è un racconto in nove episodi dove la città verticale e chiassosa di “Miraggi Metropolitani” lascia improvviso spazio ai profumi selvatici di “Mediterraneo”, dove le visioni oniriche e i rapidi saliscendi di “Addormentarsi” si dissolvono nella quiete e nel ricordo di “Vento d’Africa”.
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